Finalmente uno sfizioso articolo del nostro grande Mauro Traini:
Under pressure cantavano i Queen con David Bowie, ed è sulle note che sicuramente si sono materializzate nella vostra mente che voglio affrontare questo argomento da un punto di vista puramente concettuale.
Concettuale; perché da perfetto signor nessuno non ho la competenza per improntare un discorso “tecnico”, per quello c’è il buon Paolo, ma i concetti, quelli sì; possono essere affrontati con qualsiasi bagaglio di esperienza, anche modesto come il mio.
E il concetto in questione è la pressione nel Grappling.
Anzitutto, trattandosi di un articolo indirizzato al praticante che da poco ha iniziato il suo percorso in questo sport vediamo cos’è questa pressione di cui tanto si parla.
Vi è mai capitato di fare sparring con un compagno più o meno delle vostre dimensioni (a volte anche più piccolo) che però sa come “mettere il peso” tanto da schiantarvi ad ogni passaggio di guardia, facendovi contorcere come un foglio di carta buttato dentro al fuoco in un camino?
Vi siete mai sentiti come un’oliva sotto la mola in un frantoio? bene se la risposta è sì continuate a leggere e scoprirete anche voi la “magia” che c’è dietro quei 75kg che sembrano 120kg.
Anzitutto, come avrete notato (a vostre spese aggiungerei) la pressione serve a chi sta sopra per due motivi principalmente:
il primo è per stabilizzare la posizione.
Subito dopo aver lottato per un passaggio di guardia, ed esserci riusciti, il compagno/avversario che si trova sotto avrà certamente una reazione più o meno esplosiva per cercare di recuperare la posizione e quindi non perdere il punto. E’ qui che entra in gioco la pressione, per far si che prendiate il punto, dovete stabilizzare la posizione per qualche secondo e vi sarete resi conto che è ben difficile farlo quando l’avversario sotto di voi sembra una trota impazzita appena tirata fuori dall’acqua.
Il secondo motivo è per portare l’avversario a cedere la posizione.
Torniamo per un momento all’esempio fatto in apertura, a quel vostro compagno di allenamento che vi schiantava con il peso. Bene; quante volte per cercare di evitare di diventare un tutt’uno con il tatami avete ceduto la posizione? Solo per finire poi dalla padella alla brace?
ecco è di questo tipo di pressione che vorrei parlare.
Nel primo caso ci sarebbe bisogno di approfondire un altro argomento che è strettamente legato alla pressione; che è la postura, ma non sarà trattata in quest’articolo, magari più in là…
Pressione, come applicarla
la pressione è una grandezza fisica intensiva definita nel modo più semplice come il rapporto tra il modulo della forza agente ortogonalmente su una superficie e la sua area. (cit. Wikipedia)
Serve ad un bruto Grappler con le orecchie a cavolfiore conoscere la definizione di pressione per applicarla? La risposta, vi stupirà, è: sì.
Pensiamo per un momento ai fachiri indiani. Li avete mai visti sdraiarsi beatamente su di un letto di chiodi? vi siete mai chiesti come fanno?
Semplificando, ed usando dei numeri non indicativi, supponiamo che il nostro bel fachiro pesi 60kg (è risaputo che non esistono fachiri in sovrappeso) e che si sdrai (distribuisca il suo peso) su 1000 chiodi. la pressione esercitata sarà quindi il rapporto tra la forza dei 60kg (teoricamente dovremmo sommare anche la gravità, ma ho cominciato dicendo “semplificando”; l’ho detto?!) e l’area rappresentata dai chiodi. Il risultato è che il fachiro se ne sta bello e sorridente sul suo “comodo” letto.
Ora diminuiamo il numero di chiodi a 500; che succede? succede che sul volto del fachiro quello che prima era un sorriso ha cominciato a trasformarsi in una smorfia di dolore.
Ora facciamolo sdraiare su di un unico chiodo… riuscite ad immaginarlo? Lo vedere il fachiro che affoga in una pozza del suo stesso sangue perché il chiodo lo ha trapassato da parte a parte?
Ora un passaggio importante: voi non siete il fachiro, ma siete il letto di chiodi!!
Fermo restando i dettagli “tecnici” come lo spingere sulle punte dei piedi stando con il bacino basso per scaricare tutto il nostro peso sul malcapitato di turno quello che dobbiamo cercare di fare per aumentare la pressione è di diminuire l’area che è a contatto con lo sparring partner. Quando è che vi sentite “bucati”? quando siete petto a petto o quando sul petto avete solo una spalla o un ginocchio?
siate chiodi amici miei!
Disclaimer
Nessun fachiro è stato maltrattato durante la produzione di questo articolo.