…L’amore, come il fuoco, non può sussistere senza un continuo movimento: esso si spegne non appena finisce di sperare e di temere…
François de La Rochefoucauld
Ciao e bentrovato, in un primo momento avevo pensato di non scrivere questa terza striscetta perché l’argomento in programma non era in linea con il periodo che tutti noi stiamo attraversando, ma poi, dopo una riflessione più attenta, sono arrivato alla conclusione che proprio questo è il periodo più adatto a scrivere di questo tema.
Nella prima striscetta ho affrontato il tema della difesa personale, cercando di fare chiarezza sulla sua definizione e nella seconda ho analizzato qualche aspetto inerente le reazioni cosiddette naturali ad un attacco. Ora vorrei parlare di un argomento all’apparenza scontato, ma che mi servirà in seguito, sto parlando del movimento.
Proprio in questo periodo stiamo apprezzando l’importanza di questa parola, costretti a casa, dove cerchiamo di “muoverci”: attraverso la ginnastica, vedendo una serie su Netflix, leggendo un libro, guardando i tg o navigando in rete. Mai come in questo periodo la parola rete ci appare così importante, già…, perché abbiamo imparato quanto siamo connessi l’uno all’altro, siamo interdipendenti e le generazioni che stanno vivendo questo periodo non potranno più dimenticare quanto il movimento o “non movimento” sia importante, quanto le nostre scelte producano un effetto su noi stessi e sugli altri, nessuno escluso. Proprio quando la società viene definita come liquida , dove la comunità lascia spazio alla individualità sfrenata, all’antagonismo a tutti i costi, dove i punti di riferimento si sciolgono e l’apparire diventa l’unico valore, ecco che i valori “solidi” riemergono, la salute, la comunità, la libertà di movimento.
Ed allora torniamo alle radici, a come funzioniamo, a cosa è necessario, a come modularlo.
Tutta la nostra vita è regolata da produzione e approvvigionamento di “energia”; produciamo energia attraverso il movimento e facciamo scorta di energia attraverso l’alimentazione. Ogni volta che ci muoviamo sottoponiamo il nostro sistema mente-corpo ad un “adattamento” e ogni adattamento, se ben programmato, è un miglioramento.
Gli adattamenti sul nostro organismo si hanno a livello: osseo, articolare, neuro-muscolare, respiratorio, della circolazione sanguigna, dei sistemi metabolici e dell’umore.
In altre parole attraverso l’alimentazione e il movimento ci prendiamo cura semplicemente della nostra forma fisica ma “definiamo” chi siamo. Una volta compresa l’importanza di questa affermazione puoi fare alcune riflessioni su che tipo di percorso hai fatto sino a questo momento, su cosa hai intenzione di fare da ora in poi ed esattamente verso cosa vuoi muoverti.
La prima domanda che devi porti prima di iniziare è per iniziare a muovermi di cosa ho bisogno?
La risposta è semplice, hai già tutto ciò che ti occorre. L’unica cosa necessaria sei tu, la tua intenzione, la tua volontà, la tua programmazione e fare il primo passo.
Ti starai chiedendo in che modo questa premessa sul movimento sia legata alla difesa personale…beh la risposta arriverà nelle prossime righe.
Quando decidi di fare un percorso perché spinto dalla motivazione di imparare a difenderti, in realtà sei già in movimento verso qualcosa a prescindere dalla motivazione di fondo. Il punto è stabilire se quel moto ti porterà dei risultati, misurabili, tangibili ed oggettivi. Se non puoi stabilire con certezza questi parametri allora puoi ragionevolmente asserire che ti muovi nella direzione sbagliata.
I primi criteri misurabili dovresti cercarli nel tuo corpo, analizzare in che stato di forma ti trovi attualmente con delle semplici misurazioni, ad esempio la tua composizione corporea, il rapporto altezza/peso ecc. Se in questo ottica il tuo obiettivo è imparare a difenderti, trovare o ritrovare uno stato di forma è già un ottimo punto di partenza, per tutti i condizionamenti che abbiamo elencato e magari fare uno step ulteriore verso un percorso marziale e/o di sport da combattimento che più ti diverte. Si hai capito bene, ho detto diverte.
Il processo di apprendimento passa attraverso 4 fasi principali ed è molto più veloce se ci si diverte:
- Incompetenza inconscia
- Incompetenza conscia
- Competenza conscia
- Competenza inconscia
Tutto ciò che apprendi hai bisogno di portarlo al 4° livello se lo vuoi utilizzare durante uno scontro, il motivo è semplice: quando abbiamo la sensazione di grave pericolo imminente la parte del nostro cervello che prende il sopravvento è quella del sistema limbico e non della neo corteccia, quest’ultima interviene, per capirci, quando dobbiamo scegliere quale prodotto ci conviene comprare in base alla nostra esperienza. Quindi in quel momento non avrai a disposizione la parte del cervello che può selezionare la tecnica appresa in palestra, tantomeno avrai la capacità di attivare tutti gli atti motori coordinativi che saranno necessari, se non hai raggiunto il 4° livello (per gli atti motori ti rimando alla lettura della seconda striscetta).
Molti degli atti che compi durante il giorno sono frutto della tua competenza inconscia, cioè svolgi dei lavori anche molto complessi ma senza pensarci, ponendo la tua attenzione magari ad altro. Pensa quando guidi, svolgi tante azioni, coordinate tra loro, schiacciare la frizione, sterzare e a volte (spero di no) lo fai col telefono in mano e mentre fai tutte queste azioni stai anche selezionando il percorso, ma tutto avviene in “automatico”, tanto che a volte giungi a destinazione e ti chiedi ma che strada ho fatto per arrivare qui, è successo anche a te vero?
Questo è il nostro sistema di apprendimento e se non hai mai avuto eventi che possano essere vicini ad una situazione di aggressione/colluttazione ti trovi nella fase di Incompetenza inconscia cioè non sai fare e non ti rendi conto del cosa dovresti fare per esserne in grado. In sostanza non sei e non sai il perché.
Buona parte dei corsi di arti marziali e/o sport da combattimento ti porteranno ad un livello di competenza molto vicino al 4° per tute le ragioni che abbiamo elencato nella prima e nella seconda striscetta.
Ora che hai appreso queste semplici nozioni sarai in grado di scegliere in modo autonomo quando fare il primo passo e verso quale direzione. Voglio lasciarti con un grafico che uso spesso durante i miei corsi che ti sarà utile per mettere in relazioni gli argomenti sino ad ora trattati, in questa e nelle precedenti striscette: questo ti consentirà di mettere in relazione la tua competenza (intesa come capacità di gestire uno scontro), con i tuoi sentimenti, con la fiducia che riponi in alcuni strumenti (pepper spray ecc, ti rimando alla seconda striscetta) e l’esito dello scontro.
Come puoi vedere se riponi fiducia nei vari strumenti ed hai una bassa competenza, il livello di attivazione del sistema limbico “capitanato” dalla paura è a livelli elevati e le conseguenze saranno assai gravi (in nessun caso la produzione di adrenalina può sopperire alla incompetenza); man mano invece che si pratica con assiduità un percorso, il livello di competenza aumenta e di conseguenza il resto delle variabili si adatta (tutti i valori numerici espressi sono esclusivamente a titolo esemplificativo).
E’ interessante notare nell’istogramma che l’andamento della fiducia negli attrezzi dapprima scende per poi risalire, questo perché se sviluppiamo una competenza generica, possiamo poi sviluppare una competenza specifica con più facilità.
Bene siamo arrivati alla fine di questa striscetta, spero ti sia divertito e abbia trovato spunti di utilità, come mio solito ti lascio con:
Chiudi il Gi e allaccia la cintura -.
Ciao, Gianluca.
🌈ANDRA’ TUTTO BENE ❤️🌈