Innanzitutto è opportuno ricordare che mediante occlusione dell’arteria carotide e della vena giugulare è possibile indurre perdita di coscienza dopo circa 6-10 secondi, causata da un temporaneo stato ipossico della corteccia cerebrale.
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Massaggio diretto del triangolo carotideo al fine di riportare alla pervietà arterie collassate o stimolare i riflessi del seno carotideo.
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Manovre specifiche focalizzate al risveglio dell’individuo atraverso l’uso di schiaffeggiamenti, stimolazione fisica delle piante dei piedi, stimolazione vocale.
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Mavovre per aiutare o indurre il respiro attraverso il massaggio diretto del petto o del diaframma, inducendo una espansione e contrazione meccanica dei polmoni (Sasoi Katsu, Eri Katsu, So Katsu).
L’efficacia di tali manovre può essere facilmente verificata visionando questo video, dove la vittima dello strangolamento non solo viene riportata alla coscienza con tempestività, ma si alza immediatamente come nulla fosse in seguito all’applicazione di un massaggio rianimatorio:
Questa posizione deve essere evitata assolutamente in caso di lesioni della colonna vertebrale.
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familiarità con le strutture anatomiche del collo e su come e dove la pressione debba essere esercitata (triangolo carotideo), evitando inutili compressioni di trachea e laringe.
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abitudine a riconoscere i sintomi della perdita di coscienza, e conseguentemente a rilasciare la pressione esercitata appena ci si trovi nell’eventualità che il nostro compagno/avversario svenga.
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prevenire l’aspirazione involontaria di vomito ed altri liquidi biologici non posizionando MAI il soggetto in posizione prona.
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apprendere tecniche specifiche di assistenza e rianimazione in caso di incoscienza prolungata.
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richiedere assistenza sanitaria specializzata quando necessario.
Va comunque ricordato che anche in caso di completa ostruzione delle vie aeree (rottura della trachea, edema della laringe, etc) o di arresto cardio-circolatorio sono necessari dai 3 ai 5 minuti di totale assenza di irrorazione cerebrale prima che si presentino danni irreversibili al cervello, 10 minuti circa per il sopraggiungimento della morte.
In conclusione, se è di fondamentale importanza saper riconoscere per tempo la necessità di un’assistenza sanitaria specializzata, va anche ricordato che l’eventualità di morte per ipossia/anossia cerebrale in seguito ad uno strangolamento è una possibilità assolutamente remota, purchè applicata su soggetti/atleti di sana e robusta costituzione, applicata per un tempo ragionevole, sotto la supervisione di persone esperte ed in un ambiente appropriato.
I contenuti di questo articolo sono stati liberamenti tradotti e rielaborati dalle seguenti fonti:
http://www.onthemat.com/articles/Anatomy_of_a_Choke_10_13_2005_page_5.html
http://www.onthemat.com/articles/On_Chokes_10_12_2005.html
http://www.onthemat.com/articles/Emergency_care_for_choke_holds_10_13_2005.html
http://www.fightingarts.com/reading/article.php?id=144